giovedì 31 maggio 2012

Il p*0*rn è anche nei vostri piatti!

Io lo so, me ne rendo conto che dovrei scrivere. Pubblicare racconti e cose di questo tipo, ma ho una forte propensione alla curiosità. Così mi guardo intorno, voracemente, e BOOM. Cado.
A mia discolpa in realtà questo mi rende ancor più colpevole posso dire che ho scoperto di questa possibilità esattamente cinque minuti fa, incappando nel blog Style Bunny.
Ora, giusto per tranquillizzare la vostra curiosità si tratta di Food p*0*rn.
Che diamine è il Cibo Porno? A che cosa serve? Si mangia per davvero?
Wikipedia la mette in questo modo (detta in soldoni): è un modo provocatorio di presentare il cibo.
Quindi l'occhio vuole la sua parte e il cibo si mangia sul serio.
Ora, come ho commentato nel blog suddetto, io non sono un'amante del mangiare. Se non fosse necessario per il mio corpo non mi metterei a tavola: mi annoia. Con ciò non dico che sono uno stecchino, sono una persona alta un metro e settanta per 60 chili.
In sostanza mangio per necessità... e "gola".In quest'ultimo caso, quindi, ogni cosa va verso il "sessuale", perché si va alla ricerca di un certo tipo di piacere.Tutto questo per dire che sì, indipendentemente da come mi si presentano le cose, visto che vado in cerca di piacere io vado alla ricerca di food porn (?) XD

Andiamo con ordine e proviamo a essere minimamente logiche.
Io mangio. *Anche voi? No, ma dai! Abbiamo qualcosa in comune <3*
Mangio per fame - e la chiameremo necessità - e perché qualcosa mi piace più di tutto - e la chiameremo gola.
Se eliminiamo la necessità - tutti ne soffrono, non sono io quella speciale -, rimane quindi la gola.
Mio padre ha sempre detto che il mio problema con il cibo è che pretendo molto da esso: assaggio ogni cosa, giusto per non dare giudizi affrettati, ma poi pretendo un dieci per dire che mi piace. 
Insomma, o ti amo o sei necessità.
Mi rendo conto che io sono particolare e fin troppo drastica, ma se fossi un po' più ridimensionata nei miei giudizi sarebbe logico dire che assecondare la gola è andare dietro al piacere. *Oh, è logico pure nei miei confronti. Il ché mi spaventa...*
L'occhio, come abbiamo detto, vuole la sua parte, ed è per causa sua che tutto questo ha avuto inizio. Il cibo va presentato in forma allettante. Il cibo deve sedurre.
Quindi la prossima volta che sentirò dire che a una ragazza piacciono solo i cibi lunghi giuro che non mi metterò a ridere, ma annuirò coscientemente e le dirò "tu sei una da cibo porno".

Ma ora a voi la parola: fate uso di Food p*0*rn?


Nessuno mangerà più banane, zucchine e patate per qualche giorno... Ma ci voleva un post del genere per concludere maggio e inoltrarsi in giugno liberi da ogni inibizione.

Atelier dei libri e la challenge 2012!

Vago per le onde internettiane e mi imbatto in blog librosi, per poi scoprire una Challenge iniziata a Gennaio e che terminerà l'ultimo di dicembre.
Di cosa sto parlando esattamente? Ma dell'iniziativa di Atelier dei libri: Urban Fantasy&Science Fiction Reading Challenge!
Nome lungo, ma per gli appassionati sarà bello da leggere, nè?







L'immagine è il link diretto alla pagina dell'iscrizione e del regolamento.
Sì, mi rendo conto che arrivo un po' tardi con questa pubblicità, ma che ci posso fare io se l'ho vista oggi? ç_ç
Comunque, il divertimento ha ancora qualche mese davanti a sé, quindi buona lettura e buon commentamento a tutto il popolo internettiano!

mercoledì 30 maggio 2012

Prompt Jar: istruzioni per l'uso?

Dunque, io ho un barattolo. Di prompt. Regalatomi da nefene per il mio compleanno/Natale 2011.
Sono 365 prompt, e ogni giorno stappo il barattolo e ne leggo uno.
Ora, mi spiace immensamente non avere dato inizio al blog il primo di gennaio, in modo da regalarvi queste perle giorno dopo giorno, ma quello non è stato un periodo di grande attività artistica.
Perciò ora mi chiedo: come faccio? Non riesco a stare dietro a tutti i prompt. Non riesco a scrivere qualcosa ogni giorno: mi serve un progetto. Ma quale?
Raccolta di racconti? Storia a capitoli?

martedì 29 maggio 2012

Quando la terra trema e l'Italia è una sola.

Oggi la giornata è iniziata con un terremoto, appena mi sono svegliata ho iniziato a sentire le ante dell'armadio tremare e aprirsi. A posteriori posso anche scherzarci sopra, perché credevo che qualcuno si fosse nascosto nell'armadio per farmi un'imboscata. Scherzarci è più semplice se le nostre case sono agibili o, meglio ancora, in piedi.
Questo post nasce, quindi, per ricordarvi che non siete soli al mondo. Che non siamo soli al mondo. Che non ha senso fregarsene di chi ci sta intorno, perché ovunque tu stia poggiando i piedi è la mia stessa regione. Il mio stesso stato, il mio stesso continente, il mio stesso mondo.

Link utili a tutti noi:

                MOsER

















E per chiunque avesse bisogno di una sistemazione o di aiuti:

Vista la Gravità della situazione mettiamo a disposizione gratuitamente camere presso il nostro albergo.
HOTEL SPORTING - CAMPAGNOLA EMILIA (RE) TEL. 052275484 - 3923556690.
Michele e Walter.
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059 200200 è il numero della protezione civile per assistenza nella zona di Modena.
Per favore chi non ha problemi non usi il cellulare.
Linee sovraccariche rallentano gli aiuti.
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Passaparola: Nelle zone coinvolte dal terremoto, per favore togliete le password delle wifi. 
Le reti cellulari non funzionano.

Altro LINK utile







lunedì 28 maggio 2012

[I Riti dello scrittore] Di fan-fiction e altri ingorghi


Il titolo non ti dice niente? Non sai di che cosa stia parlando o perché?

Qui troverai una spiegazione (semi-)logica dell'accaduto!



Domenica 6 maggio, serata tra amiche.
Si mangia torta, ci si scambiano vestiti in disuso nella speranza che qualcuno li indossi e si trangugia estathè come se non si bevesse da mesi.
A un tratto si estrae dalla borsa - a posteriori, come si capita in certi discorsi è ignoto. Tanto che mi chiedo se davvero siamo riuscite a collegare i problemi di incontinenza dei nostri nonni con questo
. - un'interessante articolo di giornale.

domenica 27 maggio 2012

Borse gialle, e stampanti che non fanno al caso vostro

Forse un giorno vi capiterà di desiderare una borsa gialla proprio come questa. O forse no. In ogni caso io l'ho comprata proprio oggi da Pimkie. Prezzo di listino € 19.99, calato a € 13.99 grazie al 30% di sconto offerto a chiunque fosse iscritto alla mailing list del sito.
Sconto che per un attimo la commessa non voleva applicare perché il foglio non era stampato meglio:
"Ristampalo meglio, mi raccomando entro oggi".
Con sguardo accigliato ho guardato prima la commessa e poi l'amica che mi accompagnava, proprietaria della stampante che a quanto pare non faceva al caso nostro. Lei era pronta a mangiarsi la commessa... E spero pure la borsa, perché così avrei potuto averla: con o senza sconto. 
Meglio con e tralasciare i succhi gastrici.
La mia reazione è comunque stata molto semplice: "Che faccio? Vado e mi compro una stampante da € 500 che mi permette di stampare su carta da foto e poi torno?" Giusto perché se ho il coraggio di prendere una borsa solo se scontata, ovviamente spendere un supplemento di € 500 sarebbe stata una bazzecola.
La commessa ha poi preso un altro foglio con codice a barre e mi ha pregato, per il futuro, di presentarmi con stampe migliori.
Guarda un po' tu, io prego - sempre per il futuro - che tu possa digitare direttamente il numero del codice come fanno altri negozi soggetti a sconti.
Comunque sia l'ho pagata in monetine ed è stato molto liberatorio: fino a oggi nemmeno sapevo di averne racimolate così tante... E poi mi piace proprio fare le pile da un euro da passare una per una.
A parte questo, Reggio Emilia era in festa questo fine settimana: Notte Bianca a Scandiano - fatto -, mercatino in via Bismantova - fatto - e mercatino dell'usato alla Polveriera - fatto. E provare un vestitino MADE IN ITALY, taglia unica, presso un banchetto cinese è stato piuttosto entusiasmante: la sottoveste - necessaria a non mostrare le mie intimità - ha detto no al mio lato pudico. E io ho detto no al vestito! Ma pazienza: ho una borsa gialla, grande abbastanza da sedare la mia voglia di shopping estivo. Fiuuuu - questo è il conto in banca che lancia un *un minuto di silenzio per il moscerino che è volato sotto il mio polpastrello mentre pigiavo la lettera s* sospiro di sollievo.

Sapete a cosa non ha giovato tutto questo girare? Allo studio. Strano, eh?

sabato 26 maggio 2012

25 cose su di me forse scadute.

Le date di scadenza hanno un carattere perentorio che non permette contraddizioni: se non dai loro retta di per certo qualcosa andrà storto. Funziona così anche col le persone?
Hanno una data di scadenza? Una durata massima in cui possiamo gioire della loro presenza? No, non credo. Non con tutte almeno. Però con noi stessi è sicuramente più possibile: personalmente non credo che le persone cambino, non ne sono in grado, più che altro si modificano. Si può migliorare o peggiorare, perché bene o male la nostra visione delle cose ci è penetrata fino al midollo. Credo sia perfino sbagliato pretenderlo: rinunciare a se stessi è qualcosa di impensabile, quindi è anche infattibile.
Migliorare e/o peggiorare, invece, è alla base della quotidianità. Una quotidianità in cerca di un equilibrio, forse troppo precario.
Tutto questo perché sono andata a sbirciare tra le mie vecchie pagine della mia altra identità - ve la presenterò mai? Mbah, forse già la conoscete e siete solo carini a non farmelo notare! - e sono risalita a due anni fa. Precisi. In questa stessa data di due anni fa queste erano le mie venticinque cose, saranno scadute?

venerdì 25 maggio 2012

[Stralci da una cruna d'ago] Artigli HB

Secondo racconto della raccolta "Stralci da una cruna d'ago".

Artigli HB


C’era stato quel ricordo che l’aveva ispirata a tal punto da farla scrivere per tutta la mattina, mentre ne parlava a se stessa poteva quasi rivederselo pari pari e vero vero davanti agli occhi.
E poi lo “stream of consciousness” di James Joyce la catturò; eliminare alcune parti della punteggiatura le risultò prima difficile e poi ingiusto: nella testa era in grado di urlare.
Prese la biro in mano e resistette pochissimo, la mano grondava di malessere per non parlare del polso. Il foglio era arrivato a sembrarle scomodo, ma nonostante tutti quei fastidi sentiva la necessità di andare avanti.
Cambiò afferrando una matita HB, la punta era un piccolo artiglio che sferruzzava sulla carta bianca a righe a quadretti; era il coltello che tagliava la carta offendendola, sottomettendola.
Torturandola, eppure era davvero troppo bello per riuscire a smettere.
E sforzava quei muscoli, nella speranza che potessero andare alla velocità della mente.

giovedì 24 maggio 2012

Maggio si conclude oggi.

Con oggi termina il via vai per Bologna di questo anno accademico. La sessione d'esame è bella che cominciata ed è ben lungi dall'essere terminata, ma per tutto Giugno me ne starò più o meno rintanata in casa a studiare per i prossimi esami in lista: Storia dell'Arte del Giappone e Lingua e Letteratura Giapponese.
Con il primo sono a buon punto per il semplice fatto che, io e la mia collega-siamese è così che ci vedono a febbraio abbiamo sostenuto il modulo A inerente alla Korea (con la C non suona affatto... koreano) e ora ci attende il Giappone; con il secondo non sono messa tanto male visto che le lezioni sono terminate poco meno di una settimana fa. Inoltre oggi abbiamo sostenuto un test non istituzionale che è andato da . Superato, ma potevo fare meglio...

*Pausa cena, dove mia madre ha cucinato in padella bistecchine di lonza di maiale impanate con aggiunta di peperoncino in polvere. Inutile dire che io e mio fratello le abbiamo mangiate tutte. Mio padre è fuori a cena con dei colleghi e chissà cosa sta mangiando...*

Quindi! L'anno è finito, ecco il succo della questione. Un altro anno se n'è volato via e ora rimangono le ultime faccende da sbrigare.
Maggio termina oggi, quasi ufficiosamente, perché l'estate porta via le lezioni e lascia gli esami. Oggi, sempre con la mia collega-siamese più andrò avanti più concorderete con questa denominazione, ho pure frequentato un seminario inerente alle forme estetiche giapponesi: molto interessante, anche se l'esperta parlava con voce monotona e talmente veloce da aspirare le pause. Nonostante questo è andata bene: è pure intervenuto il professore di Estetica della facoltà. Mai visto gesticolare tanto in vita mia! Era tutto un parolone altisonante e quanto mi piace questo argomento
Ecco, diciamo che la seconda parte l'ho fatta mia da un po', ora voglio pure la prima. Non è obbligatorio essere altisonanti, ma mi ha fatto gola quella sicurezza espressiva unita all'alta cultura dimostrata. Esprimere un parere è anche una questione di presentazione, credo: nessun intercalare di troppo (es: cioè, nel senso che, ehm... ecc.), filo logico senza salti temporali (es: Ah! Per quel che riguarda ciò che ho precedentemente detto...) e ottima connessione con gli argomenti trattati oltre che con le opinioni espresse da altri.
Insomma, lui ha fatto un'ottima impressione: aveva pure i calzini a righe blu!


mercoledì 23 maggio 2012

[Frammenti da un Luna-Park] Bip

Secondo racconto della raccolta "Frammenti da un Luna-Park"

Bip.

Ero certa che ci fosse un respiro oltre al mio nel sonno, ma non era così.
Avrebbe dovuto, perché ero sicura che quella notte sarebbe rimasto nel suo letto, anche se si era svegliato, mentre invece non l’aveva fatto.
Era chiaro, oltre ogni modo, che fuori era ancora inverno.
C’era silenzio, la neve attutiva perfino gli sbadigli delle montagne, sbadigli grossi; in una coltre bianca erano stati sotterrate tutte le cose.
Ma concedetemi l’estate e mi sveglierò.

martedì 22 maggio 2012

Sei idoneo!

Oggi mi sono recata in università per sostenere l'esame di Informatica.
Questo esame non consiste in nulla di così astruso o complicato, semplicemente bisogna dimostrare di saper usare PowerPoint e Word applicato alla lingua straniera studiata.
Ci tengo a precisare che le lingue straniere sono esclusivamente orientali: in fin dei conti frequento Storia e civiltà orientali!
Comunque. Questo esame serviva ad alzare il mio punteggio: insomma, un esame vinto facile. Ma quando sono arrivata per l'appello ci è stato detto che "l'esame era stato trasformato in idoneità".
Dentro ho strepitato ampiamente e ho pure piangiucchiato un po': un trenta buttato nel ce**o. Censuro questa parola per tenere lontana la maleducazione da questo blog.
A ogni modo mi sono beccata un "idoneo" che oltre a riempire il vuoto del voto dice ben poco...
Sono idonea, ma volevo un 30 per alzarmi la media: è così malvagio pretendere una cosa come questa? ç_ç
Anche perché impegnarsi per un idoneo ha pure meno gusto: c'è chi ha fatto il minimo indispensabile ed è risultato comunque idoneo... -.-
Ma in fin dei conti io mi sto lamentando d'aria fritta: un esame in meno! Esame che tra l'altro da quest altr'anno non sarà più in programma, YAY! -.-'
Ora ne mancano solo due e mezzo per terminare quelli dell'anno in corso e poi terzo anno.
Io l'ho sempre detto che da gennaio l'anno è in discesa: nemmeno mi sono accorta di essere arrivata a maggio... Forse perché il tempo mi sta facendo credere di essere in pieno autunno XD

lunedì 21 maggio 2012

[I Riti dello scrittore] Durante


Il titolo non ti dice niente? Non sai di che cosa stia parlando o perché?

Qui troverai una spiegazione (semi-)logica dell'accaduto!


A parte questo... Dopo due giorni di racconti, mi presento con un nuovo paragrafo tratto da 'I Riti dello Scrittore'.
Come il solito niente pretese, solo pure e semplici constatazioni.


Nel paragrafo precedente [L'inizio] la pagina bianca è innamorata di un amore totalmente irrazionale, tanto da rendere la vita difficile a chi potrebbe realmente concederglielo: lo scrittore.
Quindi, raccontatovi il prima e l’inizio, procedo con il descrivervi il durante.



Titolo banale con intervista

Questo post ha (avrebbe) un titolo banale, del tipo "Me, Myself & I", ma non potevo scriverlo nello spazio apposito, altrimenti non sareste arrivati a leggere nemmeno questa riga. Dico bene?
Comunque sia, questo post - banale, banalissimo - vuole dare supporto al blog, ma soprattutto al mio ingresso a luci spente.
Lo ricordate? Personalmente vi immagino sussurrare un *coff, no*, ma se non lo fate non provocate nessuna delusione, eh...
Bene, ho girato intorno all'obiettivo abbastanza: lo scopo è diventare effettivamente parte di questo spazio personale. E mi pare anche sensato - a questo punto del discorso mi pare sensato un po' tutto, non so perché - sfruttare davvero le tre visioni: Me - l'io studente -, Myself - l'io creativo -  & I - l'io che avanza di cui è difficile tracciare uno schema.

Sono una studentessa dall'età di cinque anni e mezzo, perché sono nata a dicembre e questo implica essere piccina. È una bella carriera e personalmente non me ne libererei mai: si imparano sempre cose nuove, si conoscono persone e si è sicuramente meno stressati.
In pratica essere uno studente mi rende felice.
Mi rendo anche conto che è uno stadio duraturo, ma fondamentalmente temporaneo, quindi devo godermelo finché posso e dovreste farlo anche voi. Voi che studiate, voi che siete interessati: non pretendo certo che sia il presente ideale per tutti.

L'Io creativo sembra espandersi giorno dopo giorno, anche perché mi frullano in testa molte cose di vario genere e in un qualche modo devo poterle sfogare.
Scrivo, dipingo, fotografo... O almeno ci provo. Però parlare così a casaccio non credo renda bene l'idea, e nemmeno aiuta questa presentazione. Così, per il puro gusto di non farsi domande da soli, sfrutterò le domande di Morgan Palmas reperite sul sito Sul Romanzo.

domenica 20 maggio 2012

[Stralci da una cruna d'ago] In un'altra vita

Classificatosi 15° al concorso letterario "Centorighe" - 2011, indetto da C.R.A.L

In un'altra vita


Voi lo sapete perché i bambini nascono piangendo?
Piangono le lacrime della loro morte, e più si lasciano alle spalle più urleranno.
Non ci saranno ninna nanne abbastanza dolci per loro, ma nonostante questo tranquillizzatevi.
Quel che si dice sulla memoria dei bambini è vero: dai quattro anni la vita precedente si perde, e quel che prima hanno lamentato e patito svanisce come neve al sole.
A meno che non ci sia stato qualcosa di più, qualcosa di così forte da non farli morire dentro.
Ma a tutto c’è rimedio, e lo dico con sarcasmo, mentre ricordo il corpo in coma a seccare dall’interno.
Aveva ricevuto un brutto colpo tra vertebre e cuore, provocato da un’aria piacevole e calda.
Valeria, il corpo, si era poi svuotata: il cervello era la terra di nessuno. Un teatro su cui il sipario si era calato con lentezza e senza applausi.
Lia, l’anima, era volata via. Morta.
Questa volta era morta, e non avrebbe potuto renderlo noto a nessuno. Il suo momento lo avevano già giocato, senza che lei potesse partecipare seriamente.
Intanto, l’uomo nell’altro letto, lottava contro le sei coltellate ricevute.
Avevano trafitto il giaccone e l’immagine che s’era fatta Valeria prima di diventare una fioca candela, era stata piena di piume d’oca bagnate di goccioline rosse.
Il coltello poi, la sesta volta, non aveva avuto la forza di estrarlo di nuovo, quindi lo aveva lasciato lì; inserito come quelle penne da firma che mettono a disposizione nelle banche.
Ed era stato in quel momento che aveva sentito Lia levarsi come un sottile capello fastidioso incastrato in gola, portandosi via qualcosa e lasciandola in coma.
E dire che l’uomo, Fausto, si era affacciato alla finestra con lo sguardo stretto per metterla a fuoco, ignaro del suo futuro e appesantito dal suo passato.
Ironico per Valeria che, corpo innocente, non ne aveva avuto uno tutto suo.

sabato 19 maggio 2012

[Frammenti da un Luna-Park] Pane

Classificatosi al 10° posto del concorso letterario "Emozioni in bianco e nero" - 2011, indetto da Edizioni del Poggio.

Pane

Elisa se ne stava in macchina.
La sentiva scuotersi leggermente mentre la teneva in folle.
In fondo alla strada vedeva poco chiaramente il semaforo rosso.
Aveva spiovigginato tutta notte e solo verso le dieci il cielo aveva deciso di smettere; ora lei se ne stava lì ferma ad osservare il suo parabrezza: una lunga goccia era stata trascinata dai tergi cristalli, tracciando così una linea d’orizzonte sbilenca.
Dall’alto ne cadevano tante altre ed Elisa notò che una sola di loro arrivò convinta, attraversandola: tutte le altre si limitarono a scivolarci addosso.
In un qualche modo contorto si sentì quasi scossa, ma una serie di clacson la svegliarono e si costrinse a ripartire.
Indossava una giacca lunga e pesante di colore beige, solo per non accendere il riscaldamento: le faceva bruciare gli occhi ed era sicura che chiunque percorresse la corsia di fianco avrebbe notato quanto le imprimesse una stupida espressione essere puntata da quel tipo di calore.
Scalò di marcia come pochi mesi prima non avrebbe mai osato e poi mise la freccia a destra; rallentando, il tipo dietro di lei decise di superarla evitando per un soffio un incidente con un’alfa.
Fece qualche altro metro e parcheggiò davanti alla panetteria “Chicchi di Grano”.
Entrata dalla porta risuonarono le campanelle appese proprio sopra di essa, e Luca uscì sgarbato.
Era di pessimo umore, la mattina aveva giusto litigato con sua moglie riguardo alle maledette etichette che stanno nascoste nelle maglie. Sua moglie lavorava e penso lavori tuttora, in un negozio Benetton.
In quanto a commessa avrebbe dovuto sapere quanto fossero fastidiosi gli inutili foglietti:

- Cos’è? Un libretto di istruzioni? Hanno paura che non sappia dove infilare la testa? Per l’amor di Dio, Sara tagliali! -

giovedì 17 maggio 2012

Oggi ci tingiamo di GIALLO.

Giallo: perché è bello, allegro, a volte ambiguo... Ma oggi sostiene le coppie omosessuali nella giornata contro l'omofobia.
È stato eletto un giorno, sì. Come per i papà, le donne e Babbo Natale.
Ora, mi rendo conto che potrà sembrare privo di collegamento, ma qualcosa in comune ce l'hanno.
DEVONO essere speciali, devono avere un giorno per identificarsi, perché essere degni di nota.
Non vorrei dirlo, ma gli altri 364 giorni che facciamo? Smettiamo di essere padri o di essere gay, smettiamo di essere donne, smettiamo di essere buoni e di volerci bene?
È una pena, non trovate?
Passiamo su Babbo Natale, perché altrimenti dovrebbe fare giocattoli tutto l'anno, ma davvero abbiamo intenzione di nasconderci dietro un dito?
Un mignolo, per di più. Spezzato.
Però è così che vanno le cose, quindi eccoci qua. E visto che ci siamo dipingiamoci di giallo: dipingete di giallo il votro avatar. Dipingete di giallo il vostro profilo, spargiamo gialleità ovunque, in modo che si senta davvero un colore primario.

mercoledì 16 maggio 2012

Prisca Amaro's photostream

Al finestrinoPasseggiata al parcoDal finestrinoLeggereAl parcoDal prato
A teatroGiostraGiostraZoeSul trenoIo

Chi ha spento la luce?

Nessuna idea per questo inizio, forse perché ho iniziato tante volte e mi sembra assurdo ripetermi. Eppure chi mi dice che siate i soliti nonhonulladafarequindisonoqui? Magari qualcosa è cambiato, magari queste pagine presagiscono qualcosa di buono! E allora una presentazione ve la devo...

Prisca non è il mio nome di battesimo, ma credo mi calzi a pennello. Se così non fosse non credo di poterci fare qualcosa nell'immediato, ho avuto e continuo ad avere molte identità sul web e questa è quella che più si adatta a questo progettucolo. 
Non sto pianificando nulla di così strabiliante, più che altro sto mettendo ordine a pagine già scritte nel tentativo di vederne sbocciare di nuove.
Potiamo, che dite?
Perché è questo il punto: la difficoltà a rinunciare a ciò che c'è già stato. Ci si accanisce sopra come se fosse l'ultimo bignè disponibile, cosa che non mi auguro affatto.
Quindi è così, sono tra queste pagine per andare oltre, sono pronta a condividere i frutti raccolti: gustateveli e criticate.
E con questo colgo l'occasione per sfatare due dei miti più conosciuti e fasulli:
punto primo, criticare fa bene. A me, a voi, al mondo. Tenersi le cose per se stessi è una pratica che non volge a favore di nessuno, perciò esprimetevi e spremetemi fino all'ultima goccia, sono qui!
Punto secondo, la critica non è obbligatoriamente negativa e non vuol dire che debba essere tale per risultare funzionale. ATTENZIONE: non sto promuovendo solo i complimenti, intendo più che altro correggere una falsa credenza... E commenti costruttivi.
Oddio, vi sto perdendo, eh?
Non spaventatevi, suvvia! Se proprio non avete nulla da dire non preoccupatevi, preoccupatevi di ciò che dite... e di come lo dite: il linguaggio sms è forse uno degli ostacoli maggiori alla lingua italiana.

Bene, e ora che mi sono bruciata la mia possibilità di tenervi agganciati all'amo, vi saluto pesciolini: le presentazioni non fanno per me... Ma se vi capita di nuotare nuovamente da queste parti ne sarò ben felice!

lunedì 14 maggio 2012

[I Riti dello scrittore] L'inizio

Il titolo non ti dice niente? Non sai di che cosa stia parlando o perché?

Qui troverai una spiegazione (semi-)logica dell'accaduto!