lunedì 21 maggio 2012

[I Riti dello scrittore] Durante


Il titolo non ti dice niente? Non sai di che cosa stia parlando o perché?

Qui troverai una spiegazione (semi-)logica dell'accaduto!


A parte questo... Dopo due giorni di racconti, mi presento con un nuovo paragrafo tratto da 'I Riti dello Scrittore'.
Come il solito niente pretese, solo pure e semplici constatazioni.


Nel paragrafo precedente [L'inizio] la pagina bianca è innamorata di un amore totalmente irrazionale, tanto da rendere la vita difficile a chi potrebbe realmente concederglielo: lo scrittore.
Quindi, raccontatovi il prima e l’inizio, procedo con il descrivervi il durante.





Cosa capita allo scrittore durante la stesura?

Più il testo sarà lungo, più ci saranno inizi e quindi pagine bianche, docce, capelli da asciugare, tempo che scorre, scarabocchi e rivisitazioni.
Sarà come affrontare un gioco da tavolo dove le prigioni occuperanno ogni angolo, dove ‘INIZIO’ non concede soldi e dove al posto di case e quartieri dovrete conquistare personaggi e scene.
Una storia corta invece è probabile che non necessiti di interruzioni, ma anche lei ha le sue restrizioni: avrà bisogno di più dettagli, sarà concentrata. Come se aveste indurito del giornale con della colla vinilica.
Per poterla poi sistemare sarà quindi quasi d’obbligo rivederla tutta: sono storie che calzano a pennello, non potete certo aspettarvi di imbastire solo da un lato!

Quindi, preso ago e filo, tesserete la vostra storia.

Superato l’inizio – perché in questo paragrafo l’inizio è superato – affronterete l’intreccio.
Non importa di che tipo sia, se si tratti dell’incrociare avvenimenti del far incontrare personaggi o dell’incastrare passato e presente, la solfa è sempre la stessa: lanci (leggi: gioco da tavolo con dadi) infiniti, per scene infinite, per descrizioni infinite.
Per una volta sarete voi la pagina bianca: sapete dove volete arrivare, ma come e con chi non vi è chiaro.
Non sapete nemmeno se inserire un dialogo o se far inciampare qualcuno, figuriamoci se sapete come farglielo fare…

Rimuginerete tante e tante volte ancora, nella speranza che la vostra beta-reader - o agente letterario, se siete stati così in gamba da procurarvene uno - sappia riprendervi dove forse voi non avete saputo vedere oltre.
Perché ‘senza curarsene’ potrebbe essere ‘noncurante’ e voi questo non l’avete nemmeno saputo valutare, perché?
Perché… Perché?
Lo scrittore sa dove arrivare, ma non sa come.
Quando poi trova una strada, in genere è sempre sterrata: bellissima e incasinata al contempo.
Polverosa, nebbiosa, lucente e fresca.
Le imperfezioni della scrittura attanaglieranno lo scrittore per sempre: un po’ per ripicca – non concede sempre l’amore – un po’ per mantenerlo saldo alla sedia. Non sia mai che volasse nella pagina e che non ne uscisse più!
Così facendo chi scriverebbe il suo? Tutto quello che ha di suo?


Adesso a voi la parola.

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