domenica 10 giugno 2012

Risposta a "Ma perché leggi questi libri?" di Nefene

Nefene ha pubblicato un post in cui poneva le seguenti domande: 

"Ma perché leggi questi libri?


Ve l'hanno mai chiesto?
Ve lo siete mai chiesti? A me sì. Spesso. Perché leggi libri che parlano di cose brutte, di cose terribili a volte, di orrori. Perché non leggi romanzi che narrano di cose belle."

Ebbene, ho risposto e ho preferito continuare a rispondere qui con maggior precisione.

D'acchito mi è uscita questa frase: leggo, scrivo di cose brutte perché la TV è stupida per la maggior parte del tempo. 

Ma forse è meglio dare qualche spiegazione in merito...

Il punto è che se una cosa è brutta diventa anche importante, moralmente.Se una persona ha una cosa bella da dire, si sorride e magari si pensa che è infantile: spesso quando si pensa a un romanzo rosa si pensa sia noioso, si pensa che sia facile.In generale, scrivendo e leggendo, io voglio far succedere qualcosa e se questo qualcosa non è brutto o tormentato mi sembra non accada niente.

Perché? Perché io guardo la TV per distrarmi dalle cose impegnate che leggo, e finisco sempre per guardare una puntata di un telefilm che definirei leggero. Rido, mi rilasso, ma soprattutto non penso. Non rifletto: riempio un vuoto con qualcosa che alla fine non mi colma per davvero.
Essere felici, ridere, essere spensierati è troppo facile, e pure poco interessante. È tutto quello che viene prima a dargli sapore, tutta l'angoscia o le difficoltà che si è dovute leggere o scrivere che hanno dato spessore alla felicità.La felicità è un buon finale, ma nessuno vive di finali e basta. Mi permetto di fare un paragone un po' tirato, ma... È come se vivessi per morire o.OInsomma, concludendo, io credo che il brutto ci serva per raggiungere il bello che abbia un sapore, un odore. Il brutto per iscritto è, con alta probabilità, quello che noi ci auguriamo di superare per raggiungere ciò che raggiungono i nostri personaggi. Un finale lieto. E se questo finale manca, allora il brutto è ciò che serve per darci forza o per farci capire che dobbiamo a noi stessi abbastanza amore da rischiare.



Ecco, questa è stata la risposta che ho dato nei miei cinque minuti di tempo e che ora, avendone di più, posso ampliare.

Quando mi balza in mente una trama, solitamente si tratta d'amore.
Non che io punti al melenso, anzi, sono piuttosto cattiva coi miei personaggi... Però è una cosa naturale, perché è il miglior modo che conosco di parlare d'approcci tra persone. In realtà è un argomento che fatica a mancare da qualunque libro, perché dà spessore al personaggio ed è un dettaglio che arricchisce la storia, che sia d'avventura, thriller o horror.
Una cosa bella come l'amore l'ho sempre sfruttata come ingrediente d'aggiunta, come ingrediente d'obbligo, come il sale che aiuta la pasta in pentola.
L'amore è quel pizzico di colore in una giornata uggiosa, perché quei personaggi ne passeranno di ogni anche solo per goderselo.
Ci sono anche storie felici rotte da momenti crudi che poi prendono il sopravvento... Questo perché?
Perché chi sta bene, chi è felice, chi è allegro non ha una storia interessante. Non ora, almeno.
Raccontare di quanto è felice qualcuno è come sbattere in faccia al lettore una possibile realtà: lui non lo è, lui non lo sarà, lui è tormentato, lui non è perfetto.
Sì, perché io credo che il racconto bello dia anche questa idea: la perfezione. E la perfezione annoia. 
Adesso, io non sono una super fan della Marvel, ma a grandi linee conosco qualche personaggio.
Prendiamo quello di Hulk.
La sua capacità è quella di essere un super uomo imbattibile: più lo picchi, più si arrabbia. Più si arrabbia e più diventa grosso. Non lo batti.
Vista così sembra qualcosa di ideale... Diamine: non lo uccideranno mai!
Ma dal mio punto di vista è stata la creazione più sadica: è un'immortalità dovuta alla rabbia. In pratica è il personaggio più fortunato e sfigato allo stesso tempo: faticano a scalfirti perché sei perennemente infelice.
E a volerli analizzare ognuno di questi super eroi è imperfetto, nemmeno loro sono immuni.
E poi veniamo alla DC Comics e al suo Superman: buono, super forte, super tutto ed è "allergico" alla Kryptonite. In pratica è il personaggio più noioso tra gli eroi: ha le sue difficoltà, ma non è abbastanza tormentato per attirare l'attenzione come invece può attirarla Batman e via discorrendo.

Direi che l'ho tirata un po' troppo per le lunghe, che dite? Esprimente la vostra di opinione ora?






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