martedì 18 giugno 2013

Ritorno alla lettura

Dopo giorni di sparizione, o forse settimane, non ricordo, mi rifaccio viva. La tesi è stata scritta, mancano le ultime correzioni e poi via, si chiude una porta e si apre un portone.
In questi giorni di attesa - domani andrò a ritirare le pagine dell'ultimo capitolo sanguinanti d'errori - sono andata al cinema, presso una struttura commerciale. Dopo cena si è girato per negozi e la prima tappa è stata la libreria.
Sbirciavo titoli e copertine, leggevo quarte di copertina, voltavo pagine e mi dispiaceva non comprare nulla. Anche se io dico sempre "un libro non si compra, si adotta". 
Vale anche per i Trudy, eh.
Comunque, non era mia intenzione comprare niente: ho un mucchio di libri in casa ancora non letti, ed è un paio d'anni che mi riprometto sempre di finire prima di comprare.
Ma appena ho visto il nuovo libro di Cecelia Ahern non ho saputo resistere: ho iniziato a leggerla partendo da "Scrivimi ancora", e la cosa mi pare talmente lontana nel tempo che penso sempre si tratti di un film che ho visto.
Questo perché non mi ricordo di me che leggo, ma solo delle immagini che si sono formate nella mia testa, immagini che l'autrice mi ha trasmesso. A volte cerco di ricordarmi gli attori, ma i miei personaggi non hanno un effettivo volto, quindi niente.
In ogni caso, avevo lasciato Cecelia Ahern con la pubblicazione de "Il libro del domani", un titolo promettente, se volete, ma con una trama non solo banale, addirittura mal scritta.
Già il penultimo lavoro, "Il dono", mi era risultato ovvio, ma almeno si trattava di una narrazione leggera e semplice, una di quelle adatte alla spiaggia: rilassanti, senza troppi sconvolgimenti.
La sua scrittura stava scivolando e mi pareva quasi non fossero opere di sua mano: come poteva scrivere cose di quel tipo, con la fantasia ridotta al minimo, l'entusiasmo quasi assente, dopo aver creato libri quali "Se tu mi vedessi ora"?
Scrivere un libro all'anno non è cosa facile, ma più di tutto è complicato rinunciarvi: hai delle richieste da soddisfare, vuoi rimanere sulla cresta dell'onda, e sicuramente dà un senso di "appuntamento fisso" immancabile.
Nonostante questo, mi sono sentita di rischiare: ho comprato il libro e fino a che non sono andata al cinema ho continuato a pensare "ti prego, non deludermi" o "per favore, non fare schifo".
"I cento nomi" non fa schifo e non mi ha deluso: intanto peggio dell'ultimo NON poteva essere, ma avrebbe potuto essere come il penultimo ("Il dono"), ma grazie al cielo si è risollevata anche da quel livello.
Posso dire che è tornata: c'è entusiasmo, i dialoghi sono qualcosa di strepitoso, sono così veri! Ci sono cose che metterei a posto, ma l'ho letto in due giorni e mi sono sentita davvero coinvolta.
È stata una lettura spensierata, ma non ho smesso di farmi domande: "e adesso?", "ma com'è possibile?" o "ma lo fai apposta?".
Speravo in baci quando non c'erano, speravo in soluzioni concrete, nella creazioni di libri a sé per alcuni personaggi e alla fine ho sperato andasse tutto bene, e la mia curiosità è ancora lì che mi punge ogni volta che penso a quel finale.

Attualmente sto sperando scriva una storia per ognuno di quei nomi e nel contempo necessito pure io di prendere l'elenco telefonico, scegliere un nome a caso e vedere come va a finire.

Quella sera, però, non ero elettrizzata per tutto questo. Appena entrata in sala le mie preghiere si trasformarono in "spero che Leonardo Di Caprio non mi deluda".
Era tanto che non andavo al cinema e "Il Grande Gatsby" è stato un perfetto ritorno: ho amato quel personaggio, alcune battute e alcune scene mi hanno invasa.
Mi è piaciuto da impazzire: ho riso, ho piagnucolato dentro di me, squittito di felicità e mi sono arrabbiata come se le avessi subite io quelle cose.
Mi ha coinvolta! E quando ieri sono andata a Bologna non ho saputo resistere: ho comprato il libro. Volevo quella storia con me per un altro po'.
È stato meraviglio ritrovare quelle scene che durante il film avevo definito "da libro", tanto mi erano piaciute. È stato bellissimo leggere scene non presentate nel film, per avere con me un nuovo stralcio sulla vita di Gatsby e di quei personaggi, è stato bello vedere che non tutto era uguale, ma che il regista ha fatto un ottimo lavoro: ha mantenuto intatte le parti perfette, riadattando le altre alla perfezione per il grande schermo.

Ora devo proprio scaricarmi la colonna sonora per continuare a rivivere quella storia.






2 commenti:

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