mercoledì 19 ottobre 2016

[Consigli Letterari] Cinque autori che adoro

Ieri ho lanciato un sondaggio tramite twitter su che consigli letterari avreste voluto leggere.
L'unico, ma per me preziosissimo, voto è stato per i cinque autori che adoro.

È probabile che seguendo i miei post abbiate già intuito quali sono questi autori, ma dichiararlo in via diretta lo rende più concreto.
Andiamo in ordine di SCOPERTA.





Il primo dei cinque autori che adoro è Neil Gaiman.
Di lui ho già parlato e forse ne sarete stufi, ma in realtà spero di invogliarvi a leggere i suoi libri.
Un giorno, di cui non ricordo praticamente nulla, devo essere entrata in libreria. Tra i libri esposti c'era Nessun dove e l'ho dovuto prendere. È stato un richiamo molto forte, non solo perché ero nel mio periodo fantasy!
Ma cosa dire dell'autore?
Oltre a essere scrittore, è un fumettista nonché giornalista, sceneggiatore televisivo e radiofonico.
Le sue produzioni vanno dalle graphic novel ai romanzi, passando per racconti come quelli de Il cimitero senza lapidi e altre storie nere che ho adorato e dalla quale è poi nato il romanzo per ragazzi Il figlio del cimitero.
Tra i suoi romanzi sono stati premiati America Gods, che però non mi ha preso come le altre sue creazioni, e Coraline, come migliore romanzo breve.
Esiste il sito dedicato a Neil Gaiman, che ovviamente porta il suo nome, tramite il quale potrete rimanere aggiornati sugli eventi e le pubblicazioni dell'autore. 
Per esempio è ora attivo il count down per l'uscita del suo nuovo romanzo Norse Mythology.



La seconda scoperta è Cecelia Ahern, con Scrivimi Ancora.
Anche in questo caso è stato un giorno di cui ricordo solo il mio arrivo in libreria, il mio tentennamento nel comprare il romanzo con copertina rosa e azzurro carta zucchero con tanto di cuoricino, che avevo la paura folle si trattasse di una sciocchezza tutta miele e carie.
Il miele c'era, ma le carie non mi sono venute! È stato davvero amore a prima... pagina?
Si possono fare queste battute da booklover?
Cecelia Ahern è un'autrice molto produttiva, scrive un libro all'anno e non sono casette piccine. Mi ha deluso con Il libro del domani, ma nonostante questo ho comprato i libri successivi, perché sento l'esigenza di leggere i suoi libri.
Mi piace moltissimo che li ambienti tutti a Dublino, la sua città, perché è simbolo di amore e devozione, alla James Joyce.
Per molti sarà un paragone forzato e fuori luogo, ma io vedo molto in questi romanzi dello spirito irlandese che Joyce aveva voluto esprimere in Dubliners: forte attaccamento alla patria mascherata in una profonda tristezza nel sentirsi ancorati a quella terra.
Le storie della Ahern parlano del quotidiano, sono ambientate ai giorni nostri e sono senza dubbio meno complicate: i tempi sono cambiati, ma i dubliners non lo sono per niente. 
Anche lei ha un sito, dove vengono pubblicate le novità (alcune ancora inedite in Italia) i suoi tweet e gli eventi; come Gaiman si è dedicata alla tv e ho apprezzato tantissimo la serie Samantha Who?.



Il terzo autore è Heinrich Böll (1917-1985), scrittore tedesco di romanzi, raccolte di racconti e saggi.
Di suo mi mancano moltissime opere, ma Opinioni di un clown è stata una lettura unica e inimitabile.
Romanzo ambientato dopo la Seconda guerra mondiale le cui vicende sono narrate da Hans,
protagonista e clown professionista, che in tre ore ci fa rivivere la sua storia d'amore con Maria.
In realtà c'è molto più di questo: l'uomo si commisera, sente il fallimento che lo opprime e racconta della miseria che colpì la Germania nel periodo post bellico.
Il romanzo è stato costruito in modo tale che nessun personaggio abbia realmente degli aspetti positivi, in modo che il lettore non entri in sintonia o non si immedesimi con nessuno di questi, ammirando, invece, la vicenda generale.
Io non ho potuto fare a meno di amare le profonde descrizioni, i sentimenti e le emozioni perfettamente immortalate: è stato come esserci e sentirsi impotenti, per questo ringrazio tanto questo autore.




La quarta scoperta fondamentale è stata Charles Bukowski, o Henry Chinaski, suo alter ego nelle
opere letterarie.
Autore di romanzi, racconti e poesie spesso associato alla beat generation, con la quale lui stesso dice di non essersi mai identificato. Bukowski farebbe parte, infatti, della corrente letteraria dirty realism, nata negli anni Settanta-Ottanta.
Che sfrutti il linguaggio sporco, descrivendo scene sessuali il più delle volte violente e che l'alcool si sostituisca all'acqua è un dato di fatto. E detta in questo modo non risulta chiaro nemmeno a me come possano piacermi i suoi libri.
Ho iniziato da Pulp, il suo ultimo romanzo, perché era nella libreria di mio padre. L'ho sempre rifiutato, trovandolo un libro pesante e poco attraente a causa della copertina. Un giorno, si inizia sempre così, mi sono decisa e non ho più mollato l'autore.
Ci vedo una denuncia nei suoi scritti, ci vedo paura, desiderio di fuga, la sensazione che il corpo stia stretto quasi a tutti. Che stia stretto il ruolo che la società donava alla nascita a quei tempi, la voglia di fare esattamente l'opposto perché alla fine non si capisce cos'è che chiede. Allo stesso tempo, l'orribile sensazione di averlo fatto.



Al quinto posto delle scoperte c'è Agatha Christie, la regina del giallo che sotto il nome di Mary Westmacott ha scritto anche romanzi rosa.
La gara tra il suo Hercule Poirot, testa d'uovo e baffetti impomatati, con il distaccato e dipendente (prima da cocaina e poi dalla pipa) Sherlock Holmes per me non può nemmeno sussistere: oltre a ritenere Poirot molto più simpatico, i romanzi di Doyle non permettono di seguire adeguatamente il detective e ti lasciano allo scuro fino alla fine. Uno escamotage che per me, amante del mistero e dell'indagine, risulta alquanto fastidioso.
Anche la Christie ha usato qualche volta questo mezzo, sfruttando anche lei un aiutante che scrivesse le mirabolanti avventure di Poirot, proprio per questo apprezzo molto di più i romanzi in cui Hastings è assente o i romanzi dedicati alla furba e mai quieta Miss Marple.
Nei suoi romanzi, in ogni caso, è proprio la costruzione della trama che mi tiene incollata alla pagina: semplice e lineare, viene privati di quei dettagli essenziali per creare il mistero, sostituiti dalle bellissime descrizioni dei personaggi. Così coinvolgenti, alle volte, da farti dubitare di tutti e di nessuno!
Una scrittrice di cui ho sempre paura di finire le opere, consapevole che non potrò averne di nuove.




E voi quali autori adorate profondamente? 
Che ne pensate degli autori da me proposti?
Avete qualcuno da consigliarmi?



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