lunedì 6 febbraio 2017

Si fanno le valige!

Buonasera, cari lettori, cari lurker, cari tutti.

In questi giorni ho rimuginato molto sulla possibilità di traslocare su pagine nuove, un'idea che avevo già accarezzato da un po', e alla fine mi sono decisa.
Essere Prisca iniziava davvero a starmi stretto, il che l'ho trovato un poco ironico, visto che all'inizio Prisca mi permetteva di essere, fare cose che in quanto solo Francesca non mi sentivo di mettere in atto.
Scrivere, per esempio, ma forse perché mi sono affacciata nel mondo di internet, dei forum, delle chat, dove presentarsi con il proprio nome era fuori questione. Un po' per moda, un po' per diffidenza.
I nickname, gli avatar, erano le figure dietro cui ci si andava a nascondere, per sentirsi al sicuro: potevamo essere chiunque, avere quell'età piuttosto che la nostra, fare gli attaccabrighe, perché protetti da uno schermo. 
Era anche un modo per crearsi un proprio spazio nel virtuale, dove tutto era condiviso ci si andava a creare una personalità fittizia, in moda da mantenere ancora qualcosa di privato.
Ora non è più così.
Si guardi il mondo di Youtube: i primi youtuber avevano nickname fantasiosi, ma più si va avanti e più tendono a usare i loro nomi veri, accompagnati perfino dal cognome!
Il web non è più una ragnatela in cui si rischia di rimanere impigliati, è diventato uno spazio in cui farsi conoscere.

Non è per moda che ho deciso di mettere il mio nome in prima linea, sia chiaro, ma perché  non mi riconosco più molto nel personaggio che mi ero costruita: per quanto fossi sempre io, Prisca si limitava all'ambito creativo, lei scriveva. Piano piano ha iniziato a fare recensioni, poi si è buttata su articoli con la rubrica Ci penso io. In parallelo Francesca si è aperta un suo spazio sul web, grazie alle varie collaborazioni, e allora il desiderio di spaziare in nuovi argomenti si è fatto più solido.

Apre, così, QUATTROCCHI, il nuovo blog in cui potrò continuare con le mie rubriche, senza creare il divario enorme che si era andato a formare tra i primi post e gli ultimi pubblicati su Impronte.

Il blog, comunque, non chiuderà subito i battenti, quindi potrete lasciarmi qualche suggerimento qua sotto su come o cosa inserire tra i contenuti del nuovo blog. Anche se vi aspetto sul nuovo dominio!


mercoledì 25 gennaio 2017

Che ne è stato della Reading Challenge?

Che il 2016 sia finito è un dato di fatto, e poi lo sanno tutti. 
Probabilmente vi sarete perfino accorti che la mia Reading Challenge dell'anno scorso non l'ho nemmeno conclusa: verso la fine dell'anno ho proprio iniziato a cedere, e alla sera finivo con il collassare nel letto senza avere letto proprio nulla.
Non intendo, però, restituire fascia, targhetta e scettro: sono ancora una lettrice vorace e verace - che se ne dica non è un aggettivo solo adatto alle vongole.



Tutti i libri in lettura, mai conclusi e mai iniziati si trovano ora in una sorta di limbo: il mio "comodino" (non è un reale comodino, è un libreria con ripiano posta dietro al letto e che arriva all'altezza della sua testiera). Solitamente ne accumulo un buon numero, anche sei, ma non vuol dire che li abbia iniziati tutti: semplicemente ancora non possono essere collocati negli scaffali appositi, dove possono starci solo i libri letti o dichiarati illeggibili. In ogni caso una fine devono averla raggiunta.


Partiamo con il libro aperto solo un paio di volte e di cui ho riletto sempre e solo la prima pagina, perché superata quella significherebbe mettere in lettura un libro: Un sogno americano, di Norman Mailer. Comprato in ottobre a un euro in un negozio in Piazza XXV maggio a Reggio Emilia per due motivi: il prezzo, la necessità di leggere un autore della beat generation e per la sua famosissima comparsa in una puntata di Una mamma per amica.
Ah, come non detto, sono tre...
In ogni caso, conto di iniziarlo non appena avrò terminato la lettura del terzo e ultimo romanzo inviatimi da Elle (a breve avrete anche voi le rispettive recensioni).

Proprio al suo fianco è rimasto The Year I met you, di Cecelia Ahern, che mi venne regalato per la Befana - sotto mia richiesta - in inglese e subito partii convinta. 
Tra la tesi, gli ultimi esami e la laurea la lettura serale si stava facendo troppo pesante: studiavo già in inglese durante il giorno e alla sera avevo bisogno di capire al volo tutto quello che mi passava sotto gli occhi. Senza dovere rielaborare i concetti o i modi di dire.
Dal momento che avevo disponibili altri romanzi ho proseguito nella lettura, lasciando Cecelia Ahern sul comodino.
Si tratta comunque di un romanzo con personaggi ben caratterizzati, e sono davvero curiosa di sapere come si svolgerà la trama, quindi conto di riprenderlo presto.

L'altro libro con la permanenza più lunga sul comodino è L'assassino. Il prete. Il portiere, di Jonas Jonasson, e vi assicuro che non è in lettura da mesi.
Credetemi, io ci ho provato! Ho perfino iniziato ad alternarlo ad altre letture, per vedere se riuscivo a finirlo, ma proprio no.
Non si tratta di una lettura lenta, la scrittura è fluida e di cose ne succedono, anche parecchie, ma si tratta di un romanzo insipido. Non mi tiene incollata alla pagina, come in realtà mi aspetterei da un romanzo di questo tipo: la storia è quella di Per Persson, un receptionist (so che non si dovrebbe dire, ma è così) abbastanza sfigato che decide di mettersi in affari con Johanna Kjellander, ex pastore della Chiesa protestante, sfruttando le abilità killer di Johan Andersson, conosciuto da tutti come Anders l'Assassino.

Le premesse erano favolose e la scrittura ironica dell'autore rendeva tutto più frizzante, perfino ora che ne sto parlando male sento un richiamo verso il romanzo! Il problema è che una volta ripresa la lettura, so benissimo che non mi coinvolgerà abbastanza, e lo humor nero potrebbe arrivare a infastidirmi: non amo la violenza, soprattutto se gratuita come si suol dire, quindi chi ne parla senza darle il giusto peso mi trasmette un senso di nausea e ribrezzo.
Son fatta così.
All'inizio ho avuto un blocco di qualche giorno proprio a causa della descrizione di un pestaggio reso quasi ridicolo, insignificante. In ogni caso sono arrivata al capitolo 36,  pagina 188. Ne mancherebbero poco meno del doppio, quindi mi rivolgo i più sentiti complimenti.




Voi che fareste a questo punto? Cedo o spingo sull'acceleratore sperando di arrivare integra alla fine?
Lasciatemi un commento, dicendomi anche i vostri tre libri non letti nell'anno 2016, alla prossima!

domenica 15 gennaio 2017

Cronache lenoviane!

Forse non tutti sanno che sono un animatrice sociale per contratto, il che vuol dire lavorare in un doposcuola e aiutare alcuni bambini a studiare e socializzare.
La cooperativa per cui lavoro attualmente ha fatto un meraviglioso regalo di Natale a tutti i suoi dipendenti e grazie a questo regalo mi sono permessa un Lenovo. Tutto nuovo e super pimpante, soprattutto se paragonato al mio caro Steve (MacBook Pro del 2008), che ormai non riconosce nemmeno la sua stessa batteria.

Abituata a dare nomi anche alle cose, appena l'ho acceso ho saputo che il nome perfetto sarebbe stato Lorenzo Posapiano, detto Freccia. Gli amanti dei cartoni animati capiranno, anche se non si tratta di un Disney! 

Il pc sarà pure nuovo, ma è stato con Steve o con la playstation del moroso che a fine 2016 mi sono vista altre serie da Netflix (ormai non mi ferma più nessuno).
Oltre all'atteso ritorno di Una mamma per amica, mi sono buttata su altre serie famose, anche se non tutte si sono rivelate all'altezza di quelle nominate precedentemente in Ci penso io Le serie che seguo (30 ottobre 2016).

sabato 14 gennaio 2017

Novità di stagione

Buongiorno a tutti!
Mi piace quando torno sulle Impronte dopo tanto tempo; sono stati giorni molto ricchi, di scrittura intensa e di ricerca, senza contare la febbre che mi sono presa negli ultimi giorni di vacanza e non voleva lasciarmi andare.

Ripensando a un po' di cose, mi rendo conto che qui non ho mai detto che cosa mi sta tenendo occupata da un paio di mesi a questa parte: una guida. Sì, sto scrivendo per una casa editrice una guida turistica di Tōkyō! La città in cui sono stata per l'estate 2015 per svolgere ricerca e scrivere la tesi magistrale. È stato un periodo meraviglioso, che mi ha dato tantissimo e ho amato ogni angolo della città.
Ho risposto all'annuncio di una casa editrice - giusto per scaramanzia non dico quale - e ora mi sto cimentando nella scrittura dei vari capitoli, coi percorsi e i luoghi da visitare. Dà veramente tanta soddisfazione potere "sfruttare" le mie conoscenze per un progetto così pieno e vicino a tutti i miei interessi: viaggio, cultura, scrittura, avventura, scoperta...

Ne sono veramente entusiasta!

Chi mi segue su Instagram (@prisca_amaro) sa bene che non è l'unica novità della stagione autunno-Gran Premio delle Lettrici.
inverno, perché poco prima di Natale, Elle mi ha spedito i primi tre libri da leggere per il
Ebbene, sì, anche quest'anno mi darò alle recensioni, ricevendo dieci libri in totale: le giurie sono otto, ognuna valuterà tre libri, tra i quali verrà scelto il migliore. I migliori di ogni giuria vengono poi mandati alle altre in modo che tutte le partecipanti possano esprimere il loro parere e arrivare così alla scelta del libro dell'anno.

Ero partita con il leggere Io non mi chiamo Miriam, ma l'inizio del libro mi ricordava gennaio e ho preferito partire da Mai più così vicina, seguito a ruota da Non aspettare la notte.
Appena saranno pronte le recensioni per Elle, condividerò anche con voi i voti e le sensazioni che mi hanno lasciato questi romanzi e credo che la scheda recensioni subirà qualche modifica. Così, giusto perché anno nuovo scheda nuova.
In realtà anche il blog passerà attraverso una sorta di cambio di stagione: verrà alleggerito, riordinato e riadattato, nella speranza che tutto risulti più fruibile, fresco e maggiormente vicino a quello che desidero per il mio blog.

Ma cosa intendevo dire che Io non mi chiamo Miriam mi ricorda gennaio?
Gennaio, per quanto sia il mese d'inizio carico di aspettativa, è anche il mese che segue il periodo del Natale, la feste che più mi coinvolge. Il Natale mi fa stare proprio bene, con i suoi addobbi, le sue dolcezze, il suo calore... Inizio a sentirlo da Novembre e con l'arrivo del mio compleanno (3 dicembre) sono già immersa fino al collo!
Insomma, Gennaio si porta via le feste con la Befana, il freddo si fa più rigido e il tempo sembra ingrigirsi, quindi tutti quei libri dall'aria malinconica, come Opinioni di un clown, fanno proprio Gennaio. 
Pure L'età dei miracoli di Karen Thompson Walker ha lo stesso sapore e sentore, rotto un po' dal caldo causato dai numerosi problemi ambientali di cui si narra nel romanzo... Ma a parte questo ci sta tutto.

Per ultima ho tenuto la cosa che più mi emoziona, che su Instagram ho già sfruttato come immagine profilo, ma solo inserirlo in queste pagine può renderlo ufficiale: il logo, disegno da Trav The Mad e che sento appartenermi moltissimo.
La storia di #fPrisca in realtà è molto semplice, anche se non immediata: f è l'iniziale del mio vero nome (Francesca) e P è l'iniziale del mio cognome, che abbiamo fatto coincidere con il soprannome Prisca.



Ora che vi propinato anche lo spiegane, vi mando i miei auguri per questo 2017 che spero passeremo insieme.